La decifrazione del sistema geroglifico è dovuta al francese Jean-François Champollion che nel 1882 riuscì a individuare una chiave di lettura nella Stele di Rosetta, ritrovata nel 1799 da un generale di Napoleone Bonaparte durante la campagna d’Egitto. La stele, in basalto nero, costituiva un frammento di un’iscrizione ben più lunga, che conteneva un decreto del 196 d. C. emesso dai sacerdoti di Menfi in onore del re Tolomeo V Epifane per ringraziarlo delle elargizione fatte a favore dei templi. Conteneva quattordici righe scritte in geroglifici, trentadue in demotico e cinquantaquattro in greco. Champollion individuò nella parte scritta in greco il nome del re Tolomeo V Epifane e si ricordò degli studi fatti da un suo predecessore, l’abate Barthélémy. Questi aveva intuito che nei geroglifici i nomi dei faraoni erano sempre inscritti in un cerchio, detto poi "cartiglio" o "cerchio reale". Esaminando quindi i geroglifici contenuti nel cartiglio, associò a ciascuno di essi un valore fonetico che riproducesse il nome del re Tolomeo in greco, ovvero Ptolmys. L’intuizione fu comprovata da una successiva esperienza dello stesso Champollion. Nel 1815 era stato ritrovato nell’isola di File un obelisco in granito rosso recante una doppia iscrizione, in geroglifici e in greco. Champollion, procuratosene una copia, si rese conto dal testo greco che anche qui, come nella stele di Rosetta, era nominato un re Tolomeo con la moglie. Nei geroglifici si distinguevano infatti due cartigli, di cui uno conteneva gli stessi segni che nella stele di Rosetta indicavano Tolomeo. L’altro cartiglio doveva quindi contenere il nome della regina: Cleopatra. Champollion stava procedendo per la strada giusta: applicando lo stesso metodo alle molte iscrizioni che circolavano in Francia dopo la campagna napoleonica, riuscì a decifrare molti nomi di re greci e romani. L’alfabeto così individuato diventava sempre più ampio, ma, nonostante gli enormi progressi, erano ancora molti i punti oscuri. Champollion era riuscito infatti a decifrare solo i nomi dei re stranieri, quelli che gli scribi erano costretti a traslitterare; niente si sapeva ancora su tutti gli altri segni. Continuando lo studio dei geroglifici contenuti nei cartigli, Champollion riconobbe il segno del disco solare che, associato ad altri due segni già in precedenza identificati con i suoni ms, dava il nome di Rames. Il mondo dei faraoni si stava finalmente aprendo agli occhi di Champollion.